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martedì 4 luglio 2023

🎸QUEEN: tra Musica, Scienza e Tecnologia

Chi non conosce i QUEEN appartiene ad un'altra galassia! Certamente avrete già ascoltato un loro capolavoro in qualche TV spot o competizione sportiva: Bohemian Rhapsody, Don't Stop Me Now, We Will Rock You e We Are The Champions! Vediamo come il loro mito si articola tra musica, scienza e tecnologia.


È da molto che non parlo del mio credo musicale: i Queen. Devo premettere che, prima di conoscere questo gruppo, la musica (oltre il piano classico che ho imparato a suonare prima di saper leggere e scrivere) era, per me, un semplice riempitivo. Tutto cambiò agli inizi del 1991 con lo spot TV della Seat Toledo accompagnato dal brano I Want It All, uno dei miei preferiti.

Sarà che ho sempre avuto un debole per le automobili, sarà che il rosso è stato sempre il mio colore preferito ma, istantaneamente, sono stato rapito da quel riff di chitarra così deciso ed impetuoso, oltre alle parti corali, tanto da spingermi ad indagare sull'identità degli autori: i Queen. Ricordo che incominciai ad ascoltare (giornalmente e ciclicamente) le due raccolte Greatest Hits I & II e l'album Innuendo che mi hanno letteralmente sconvolto e così oggi possiedo TUTTA la loro discografia originale.

Di solito mi piace ascoltare qualsiasi genere musicale (vedi la nostra lista CD) artisticamente valido ed impegnato ma i Queen restano, a mio parere, insuperabili. Affermo ciò in quanto penso che la loro musica abbia rivisitato svariati generi creando uno stile assolutamente unico e camaleontico che fonde ecletticamente rock, jazz, blues, gospel, pop, classica..., il tutto guidato dalla grande maestria tecnica dei quattro componendi del gruppo: Freddie Mercury, Brian May, Roger Taylor e John Deacon. Le loro composizioni risultano così esaltanti, sontuose, epiche e trasfigurate dalla ricorrente celebrazione della grande lirica e dello sport. Per di più anche i video dei loro brani e le colonne sonore dei due film a cui hanno collaborato (Flash Gordon e soprattutto Highlander) sono veramente spettacolari.

Nel seguito analizzeremo il contributo dei suddetti quattro componenti del gruppo sottolineando gli aspetti scientifici e tecnologici.

Il 24 novembre 1991 ci lasciava, Freddie Mercury, uno dei cantanti più grandi di tutti i tempi. Ma perché la sua voce è rimasta nella storia? Uno studio del 2016 (vedi link in coda) ha presentato un’analisi acustica della sua produzione vocale dimostrando quanto questa sia stata un gioiello, frutto di una serie di fattori e di tecniche utilizzate che la rendono difficile da imitare o ritrovare.
Lo scopo della ricerca è stato quello di descrivere il suo stile canoro obiettivamente, con gli adeguati metodi empirici, concentrandosi non solo sull'acustica, ma cercando di capire cosa stesse succedendo nella laringe.
In buona sostanza tale studio ha fatto emergere i seguenti dati interessanti:
  • Freddie Mercury in realtà era un baritono con frequenza fondamentale mediana della voce di 117,3 Hz;
  • il vibrato di Freddie è più irregolare, ed incredibilmente più veloce della media con un tasso medio di modulazione della frequenza fondamentale (c.d. vibrato) sorprendentemente alto di 7.0 Hz, raggiungendo la gamma di tremore vocale;
  • l’uso delle sub-armoniche, cioè delle frequenze, sottomultiplo di quelle principali, impiegate per raggiungere degli effetti vocali particolari.
  • range vocale di 37 semitoni, circa tre ottave, all'interno della gamma di tonalità da F#2 (circa 92,2 Hz) a G5 (circa 784 Hz). In realtà, però, gli autori dello studio hanno riconosciuto che sono stati registrati dei picchi che uscivano da questo range (di 4 ottave).
Dunque, il segreto della voce di Freddie Mercury era una “particolare abilità nel modificare la sua conformazione laringea alle proprie esigenze musicali”.

Analizzata nel dettaglio la sua voce, ora ci chiediamo chi potrebbe mai eguagliarla? La risposta è semplice: lo stesso Freddie Mercury che grazie all'Intelligenza Artificiale (AI) è tornato a cantare per noi canzoni mai incise prima! Basta cercare su YouTube "Freddie Mercury AI cover" per trovare centinaia di brani famosi, di altri artisti, interpretati proprio dalla sua mitica voce, esattamente come ce la ricordiamo, con il suo inconfondibile timbro. L’interpretazione presenta davvero tutti i dettagli della sua voce, dal tono rauco ed emotivo agli acuti da pelle d’oca che era in grado di raggiungere! A mio avviso dobbiamo accettare questa nuova realtà e abbracciarla invece di combatterla. L’Intelligenza Artificiale è qui per estendere la nostra immaginazione e usarla in modi che vadano a beneficio di tutti. D'altro canto, ci sono le ovvie implicazioni legali e morali: replicare la voce di qualcuno, oltre a poter essere anche poco delicato per chi ha subito una perdita del cantante deceduto, porta con sé possibili minacce al copyright. Inoltre, l'industria musicale è terrorizzata dal futuro di questo fenomeno che, per artisti e case discografiche, diventa più un pericolo che uno strumento utile. Le case discografiche stanno mobilitando gli avvocati per colpire queste ricreazioni dell’Intelligenza Artificiale, sostenendo che si tratti di violazioni del diritto d’autore. Al momento il chitarrista Brian May ed il batterista Roger Taylor, che detengono parte dei diritti d’autore dei Queen, non hanno commentato la vicenda. Chissà se in un prossimo futuro avremo un'intero album (es. Made in Heaven 2, oppure Made in AI) di nuovi brani suonati dai rimanenti membri e cantati con la voce artificialmente intelligente di Freddie Mercury.

Lasciamo la voce per passare alla chitarra suonata dal dott. in Fisica (e poi dottorato di ricerca in Astrofisica nell'agosto 2007) Brian May, la mitica Red Special, che è stata costruita da lui insieme a suo padre, di seguito la sua storia ed i suoi segreti.

La Red Special, chiamata anche Fireplace o Old Lady, è una chitarra elettrica costruita nel 1963 da Brian May e da suo padre, ingegnere appassionato di modellismo. Si presume che il costo totale della chitarra risultò, al tempo, di 8 sterline, anche se a quei tempi valevano molto più della attuale valuta; all'incirca, se calcolato rispettando l'inflazione, il prezzo si aggira intorno a 147 sterline (al 2021), ossia circa 178 euro.

Brian May si appassionò alla musica molto presto: dai dieci anni iniziò a suonare il pianoforte, ma poi scoprì di preferire la chitarra. La sua prima chitarra fu una chitarra flamenca, ma ben presto ebbe il desiderio di suonare una chitarra elettrica. La sua famiglia non aveva la possibilità economica di acquistare una costosissima Fender Stratocaster o una Gibson Les Paul, Brian decise di costruirsi la sua chitarra personale. Nel giro di due anni all'incirca riciclò del materiale inusuale per fare il più della chitarra, e con l'aiuto del padre Harold installò il circuito elettrico.

Il nome "Red Special" deriva dalla colorazione rossastra del mogano e dall'unicità dello strumento. Il sistema di circuitazione inventato da Brian May permette una gamma di 13 diverse combinazioni di suono. La timbrica più caratteristica è quella di un suono abbastanza cupo e profondo, aggressivo ed autorevole. I materiali principali con cui è stata costruita la chitarra erano cose che avevano a portata di mano. Il manico della chitarra è costruito con il legno di una vecchia mensola del camino che all'epoca aveva più di 100 anni. Gli intarsi e il cappuccio della leva del tremolo della chitarra sono realizzati con bottoni e un ferro da calza della madre del musicista. Per il corpo dello strumento sono state utilizzate parti di un vecchio tavolo. Per il bordo del corpo della chitarra è stata usata plastica bianca presa da alcuni scaffali.

Possiamo quindi affermare che la Red Special è stato un primo famoso esempio di riciclo creativo :)

Il passo dalla chitarra al basso elettrico è facile! Ora parliamo del Deacy Amp, l'amplificatore costruito dal mitico bassista dei Queen: l'Ingegnere Elettronico John Deacon.

Ci sono storie che a sentirle ricordano la scena di un film. Immaginate una notte buia a Londra. Siamo nel 1972 e giovane uomo cammina da solo per le vie deserte del suo quartiere. Sta tornando a casa dopo una lunga notte passata a suonare con la band in cui è entrato a far parte da poco. Sulle spalle si porta il pesante basso Fender. John è stanco ma anche eccitato per il futuro. Mentre passa accanto ad un cassonetto, qualcosa cattura la sua attenzione. Si tratta di un insieme di fili elettrici collegati ad una vecchia radio. Per uno studente di ingegneria elettrica quella è una visione irresistibile. Così John sente il bisogno di indagare, raccoglie quel materiale e lo porta a casa. Inizia così la leggenda di uno degli strumenti più famosi e misteriosi legati alla storia dei Queen: il Deacy Amp!

Dotato di circa 0,68 Watt di potenza, venne costruito utilizzando materiale elettronico trovato nella spazzatura proveniente da una vecchia radio degli anni 60 di nome Supersonic Conquest PR80, successivamente modificato da John Deacon che rimosse alcuni condensatori, mise il cavo per il jack, l'uscita degli speakers e l'alimentazione di 9 volt (PP9 Battery). Il circuito venne inserito in una vecchia cassa acustica in truciolare impiallacciato in mogano e collegato a due speakers da 6,5" e 4" di marca Elac da 16 ohm cadauno, uno dei quali filtrato tramite un condensatore che fungeva da filtro passa-alto. L'amplificatore non ha controlli per il volume o dei toni.

Veniva utilizzato con la Red Special e un treble booster (inizialmente un Dallas Rangemaster) per riprodurre suoni come violino, violoncello, trombone, clarinetto o addirittura voci. Veniva utilizzato in studio da Brian May per la registrazione di brani dei Queen o microfonato per essere ulteriormente amplificato in uno o due Vox AC30 (nove o sedici dal vivo). Killer Queen è un brano in cui è possibile ascoltare il suono vibrante e armonioso di questo piccolo amplificatore, così come in numerosi pezzi dell'album "Queen II".

Tra colpi di rullante e voce in falsetto passiamo al batterista dei Queen: il dott. in Biologia Roger Taylor.

Lui assieme a John Deacon, bassista dei Queen, agli esordi era definito The Sonic Volcano ("il vulcano del suono"). Insieme fornivano una base ritmica estremamente solida su cui costruire qualsiasi pezzo. Uno dei tratti distintivi è un'accentuazione del colpo di rullante nel secondo e nel quarto quarto della misura, effettuato aprendo e chiudendo l'hihat in maniera rapida. Questo espediente permette di rafforzare la potenza dell'effetto del rullante.

Taylor è ben noto anche per la sua ampia estensione vocale e per il falsetto che si può ammirare in molte canzoni dei Queen tra le quali Bohemian Rhapsody, My Fairy King, In The Lap Of The Gods, Somebody To Love, More Of That Jazz e '39. A volte ha suonato anche tastiere, chitarre e basso nelle sue canzoni.

Voglio chiudere mostrando il mitico logo del gruppo ideato e disegnato da Freddie Mercury, diplomato in arte e illustrazione.



Spero che questo post sia stato di vostro gradimento e di avervi incuriosito a continuare con la lettura della mia pagina dedicata alla MULTIMEDIA.

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