Per noi, giovani Xennials, cresciuti in un'era di transizione tra il mondo analogico e l'alba del digitale, le sere avevano un appuntamento fisso, un rito che univa la famiglia davanti alla TV per un viaggio affascinante nella conoscenza. Non si trattava di un semplice programma, ma di una vera e propria finestra sul mondo, sapientemente aperta da una guida d'eccezione: il grande Piero Angela. Con i suoi Quark e Superquark, ha plasmato l'immaginario scientifico e tecnologico di un'intera generazione, la nostra.
Eravamo i ragazzi che giocavano in cortile ma che iniziavano a scoprire i primi videogiochi, che usavano le enciclopedie cartacee per le ricerche scolastiche ma che avrebbero scritto la tesi di laurea al computer. In questo scenario ibrido, la televisione rappresentava ancora il principale polo di intrattenimento e informazione. E in questo panorama, Piero Angela si è distinto come un faro di cultura, rendendo accessibili e avvincenti argomenti complessi come la fisica, la biologia, l'astronomia e le nuove tecnologie.
La magia della divulgazione: imparare senza annoiarsi
Il segreto del successo di programmi come Quark e Superquark risiedeva nella straordinaria capacità di Piero Angela di tradurre il complesso in semplice, di narrare la scienza con un linguaggio chiaro, pacato e coinvolgente. Le sue non erano lezioni accademiche, ma racconti appassionanti, arricchiti da documentari di altissima qualità, animazioni esplicative e interviste a esperti di fama mondiale. Per noi Xennials, abituati a un apprendimento prevalentemente mnemonico a scuola, quella di Angela era una rivoluzione: si poteva imparare divertendosi.
Quante serate passate a meravigliarci di fronte alle immagini della savana africana, a interrogarci sui misteri del cosmo o a sognare le innovazioni tecnologiche che avrebbero cambiato il nostro futuro. Eravamo testimoni di un'epoca di grandi scoperte e rapidi cambiamenti, e Piero Angela ci forniva gli strumenti per comprenderli, per non subirli passivamente. Ci ha insegnato l'importanza del metodo scientifico, del dubbio, della verifica delle fonti: una lezione quanto mai preziosa nell'odierna era della post-verità.
Un'eredità che continua: NOOS e il passaggio di testimone
Oggi, in un mondo profondamente diverso, dominato da internet e dai social media, quell'eredità non è andata perduta. Il testimone è passato nelle mani di suo figlio, Alberto Angela, che con il programma NOOS prosegue la missione del padre. E lo fa con lo stesso rigore scientifico, la stessa passione e la stessa capacità di affascinare il pubblico.
Il nome stesso, "Noos", che in greco antico significa "intelletto", è un omaggio a un'idea del padre, un'astronave immaginaria per viaggiare nel cosmo della conoscenza. Per noi Xennials, vedere Alberto Angela condurre NOOS è un'emozione che sa di casa, un ritorno a quelle sere in cui, ragazzi, scoprivamo il mondo attraverso lo schermo. È la conferma che la buona divulgazione, quella fatta con competenza e amore per il sapere, non ha età e non teme il cambiamento dei media.
In un'epoca di informazione frammentata e spesso superficiale, programmi come NOOS rappresentano un baluardo di serietà e approfondimento. Sono la prova che la televisione può ancora essere un potente strumento di crescita culturale, capace di unire le generazioni e di nutrire la nostra innata curiosità. Per noi, che abbiamo avuto il privilegio di crescere con Piero Angela, è un'eredità da custodire e un'opportunità da non perdere per continuare a imparare, a meravigliarci e a sognare, proprio come facevamo da giovani Xennials.
Questo video, un messaggio lasciato da Piero Angela agli studenti, incarna perfettamente lo spirito di curiosità e l'amore per la conoscenza che ha trasmesso a intere generazioni, un'eredità oggi portata avanti dal figlio Alberto con NOOS.
Il messaggio di Piero Angela agli studenti...
Se oggi sono quello che sono, lo devo anche a lui. Grazie Piero!
Spero con questo post di avervi incuriosito a continuare la lettura del mio website didattico che tratta di TECNOLOGIA.
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