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martedì 29 luglio 2025

💣Guerre: la Tecnologia usata per il male

L'evoluzione tecnologica ha da sempre scandito il ritmo e la natura della guerra. Dalla polvere da sparo alla bomba atomica, ogni innovazione ha riscritto le regole del campo di battaglia. Oggi, in un'era dominata da intelligenza artificiale, droni e cyber-attacchi, i conflitti in Ucraina e a Gaza ci offrono un crudo spaccato di come la tecnologia stia nuovamente trasformando il volto della violenza umana, rendendo le guerre sempre più complesse, pervasive e difficili da comprendere.

Premessa di merito: la Tecnologia in se ha sempre un valore positivo legato all'innovazione, al progresso sostenibile e quindi al miglioramento continuo della vita del genere umano e dell'unico pianeta sul quale esso vive. Di contro, l'uomo a volte fa un uso errato della Tecnologia per raggiungere scopi poco etici o addirittura mortali. Il male quindi non sta nella Tecnologia ma nello spregiudicato uso che se ne fa da parte di alcuni uomini maligni! 

Fin dalla Prima Guerra Mondiale, con l'introduzione massiccia di mitragliatrici, carri armati e armi chimiche, è apparso chiaro che il progresso tecnologico e l'arte della distruzione sono due facce della stessa medaglia. La Seconda Guerra Mondiale ha ulteriormente accelerato questa simbiosi, culminando con l'era nucleare e la Guerra Fredda, un periodo in cui la minaccia di un'apocalisse tecnologica ha tenuto il mondo con il fiato sospeso.

Oggi, lo scenario è radicalmente mutato. La guerra non è più solo una questione di forza bruta e di eserciti schierati, ma si è trasformata in un conflitto ibrido, dove la dimensione fisica si fonde con quella digitale, psicologica ed etica.


Ucraina: il campo di battaglia dei droni e dell'innovazione dal basso

Il conflitto in Ucraina è diventato il laboratorio a cielo aperto della guerra del XXI secolo. I droni, sia quelli militari sofisticati che quelli commerciali a basso costo, hanno assunto un ruolo centrale. Vengono impiegati per la ricognizione, per dirigere il fuoco dell'artiglieria con una precisione chirurgica e, sempre più spesso, come veri e propri "kamikaze" in grado di distruggere veicoli corazzati e postazioni nemiche.

Questa proliferazione di velivoli senza pilota ha democratizzato, in un certo senso, la capacità di colpire a distanza, riducendo il divario tra eserciti tecnologicamente avanzati e forze meno equipaggiate. L'Ucraina, in particolare, ha dimostrato una notevole capacità di innovazione, sviluppando una propria industria bellica agile e creativa, in grado di adattare rapidamente tecnologie civili a scopi militari.

L'impatto psicologico sulla popolazione civile e sui soldati è profondo. Il ronzio costante dei droni nei cieli genera uno stato di ansia e di terrore pervasivo, cancellando la distinzione tra fronte e retrovie. Per i soldati, la minaccia non proviene più solo da un nemico visibile, ma da un pericolo invisibile e onnipresente che può colpire in qualsiasi momento.


Gaza: la guerra dell'Intelligenza Artificiale e i suoi dilemmi etici

Nel conflitto tra Israele e Hamas, l'impiego dell'Intelligenza Artificiale (IA) ha sollevato questioni etiche di un'urgenza senza precedenti. Secondo diverse inchieste giornalistiche, l'esercito israeliano avrebbe utilizzato sistemi di IA, come "Lavender" e "The Gospel", per identificare e stilare liste di migliaia di potenziali bersagli.

Questi sistemi, alimentati da un'enorme quantità di dati, sono in grado di analizzare informazioni e suggerire obiettivi a una velocità e su una scala impensabili per un essere umano. Tuttavia, l'accuratezza di tali sistemi è oggetto di un acceso dibattito. Un margine di errore, anche minimo, può tradursi nella morte di civili innocenti. La rapidità con cui le decisioni vengono prese, spesso in pochi secondi secondo alcune testimonianze, solleva interrogativi fondamentali sul ruolo del giudizio umano e sulla responsabilità morale in un contesto di "guerra algoritmica".

La striscia di Gaza, in questo senso, è diventata il terreno di sperimentazione di una nuova dottrina militare, dove l'efficienza letale della macchina si scontra con i principi fondamentali del diritto umanitario internazionale.


La sfida del "Doppio Uso" e la regolamentazione impossibile

Una delle caratteristiche più insidiose della tecnologia bellica odierna è la sua natura "dual-use". Molte delle innovazioni che alimentano i conflitti, come il GPS, internet, i droni e l'Intelligenza Artificiale, hanno anche innumerevoli applicazioni civili benefiche. Questa ambiguità rende estremamente complesso, se non impossibile, un controllo efficace sulla loro proliferazione e sul loro impiego.

Come si può regolamentare l'uso di droni commerciali che possono essere facilmente modificati per trasportare esplosivi? Come si può limitare lo sviluppo di algoritmi di IA che, pur essendo pensati per scopi pacifici, possono essere adattati per la sorveglianza di massa o per la selezione di bersagli?

La comunità internazionale si trova di fronte a un dilemma di difficile soluzione. Mentre si discute della necessità di stabilire norme e trattati per le armi autonome letali (i cosiddetti "killer robots"), la tecnologia corre a una velocità tale da rendere obsoleto qualsiasi quadro normativo prima ancora che venga approvato.


Il futuro della guerra: autonoma, istantanea e senza confini!

Guardando al futuro, le tendenze attuali disegnano uno scenario inquietante. La guerra si sta muovendo verso una maggiore automazione, con sistemi d'arma in grado di prendere decisioni autonome in frazioni di secondo. I conflitti saranno sempre più combattuti nel cyberspazio, con attacchi volti a paralizzare le infrastrutture critiche di un paese. La disinformazione e la propaganda, amplificate dagli algoritmi dei social media, diventeranno armi ancora più potenti per manipolare l'opinione pubblica e destabilizzare le società.

L'intreccio tra evoluzione tecnologica e guerra è un dato di fatto ineludibile. I conflitti in Ucraina e a Gaza ci ammoniscono che le nuove frontiere della tecnologia non portano solo promesse di progresso, ma anche nuove e terrificanti possibilità di distruzione. La sfida per l'umanità non è quella di fermare l'innovazione, ma di trovare la saggezza e la volontà politica per governarla, per garantire che la tecnologia rimanga uno strumento al servizio della vita e non della morte. Una sfida che, oggi più che mai, appare di un'urgenza drammatica.


Spero con questo post di avervi incuriosito a continuare la lettura della mia pagina dedicata alla TECNOLOGIA.





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lunedì 28 luglio 2025

🪨Terre rare ed applicazioni tecnologiche

Le terre rare sono un gruppo di 17 elementi chimici della tavola periodica, comprendenti lo Scandio (Sc), l'Ittrio (Y) e i Lantanidi (La - Lu). Nonostante il nome, non sono particolarmente "rare" in termini di abbondanza nella crosta terrestre; tuttavia, la loro estrazione e lavorazione sono processi complessi, costosi e ad alto impatto ambientale. La loro importanza risiede nelle loro proprietà uniche, che le rendono componenti insostituibili in una vasta gamma di prodotti tecnologici.


Le Proprietà Straordinarie delle Terre Rare

Le terre rare possiedono proprietà magnetiche, catalitiche e ottiche eccezionali. Ad esempio, il Neodimio (Nd) e il Disprosio (Dy) sono fondamentali per la produzione di magneti permanenti super potenti, in grado di funzionare a temperature elevate. Altri elementi, come l'Europio (Eu) e il Terbio (Tb), sono essenziali per le loro proprietà luminescenti, che permettono di creare i colori vividi degli schermi di smartphone e televisori.


Applicazioni Tecnologiche delle Terre Rare

Le terre rare sono onnipresenti nella tecnologia che utilizziamo ogni giorno. Ecco alcuni esempi significativi:
  • Elettronica di consumo: smartphone, laptop, televisori e macchine fotografiche digitali utilizzano le terre rare per i loro schermi, altoparlanti e componenti elettronici.
  • Tecnologie "verdi": le turbine eoliche e i motori dei veicoli elettrici e ibridi dipendono dai potenti magneti a base di terre rare per la loro efficienza energetica.
  • Settore militare e aerospaziale: le terre rare sono impiegate in sistemi di guida missilistica, droni, jet da combattimento e satelliti per le loro prestazioni in condizioni estreme.
  • Apparecchiature mediche: strumenti come le macchine per la risonanza magnetica (MRI) e i laser medici si avvalgono delle proprietà uniche di questi elementi.

Sfide Geopolitiche e Ambientali

La produzione globale di terre rare è attualmente dominata dalla Cina, che controlla circa il 60% dell'estrazione e quasi il 90% della lavorazione. Questa concentrazione geografica crea una dipendenza strategica per molti paesi e solleva preoccupazioni sulla sicurezza dell'approvvigionamento.

Inoltre, l'estrazione delle terre rare comporta notevoli sfide ambientali. I processi minerari possono rilasciare sostanze tossiche e radioattive nel suolo e nelle acque, con gravi conseguenze per gli ecosistemi e la salute umana. Per questo motivo, la ricerca si sta orientando verso lo sviluppo di nuove tecniche di estrazione più sostenibili e di metodi di riciclo più efficienti.

In conclusione, le terre rare sono un pilastro fondamentale della nostra società tecnologica. La loro crescente domanda, unita alle complesse dinamiche geopolitiche e alle preoccupazioni ambientali, rende cruciale la ricerca di soluzioni innovative per garantire un approvvigionamento stabile e sostenibile di questi elementi indispensabili per il nostro futuro.


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domenica 27 luglio 2025

🔪Delitto di Garlasco e Tecnologia Forense

Nel caso di Garlasco, ossia l'atroce delitto di Chiara Poggi, la Tecnologia sta svolgendo un ruolo fondamentale nel rilanciare ed approfondire le indagini, introducendo strumenti e metodologie che oggi permettono di esaminare le scene del crimine in modo più preciso e dettagliato rispetto al 2007.

Principali contributi della tecnologia nelle indagini sul caso Garlasco:
  • Ricostruzione della scena del crimine in 3D: grazie a droni, laser scanner e software di modellazione, gli inquirenti sono riusciti a riprodurre digitalmente ogni dettaglio della villetta di via Pascoli. Questa ricostruzione tridimensionale consente di analizzare le tracce ematiche e la dinamica dell’omicidio con maggiore accuratezza, rendendo possibili simulazioni e verifiche di ipotesi investigative impensabili diciotto anni fa.
  • Bloodstain Pattern Analysis e triangolazione delle tracce: le nuove tecniche di "triangolazione", applicate all'analisi delle macchie di sangue (“Bloodstain Pattern Analysis”), permettono di ricostruire la sequenza degli eventi sulla base della distribuzione e della forma delle tracce rilevate sulla scena, offrendo così nuove chiavi di lettura che al tempo non erano accessibili.
  • Analisi avanzata delle impronte digitali: l’impronta numero 33, trovata sul luogo del delitto e oggi riconducibile ad Andrea Sempio da parte dei legali di Alberto Stasi, ai tempi fidanzato della povera Chiara Poggi, è stata rianalizzata con sofisticati software che, grazie anche a supporti digitali e database estesi, permettono un confronto più immediato e affidabile tra le tracce repertate e i possibili sospetti. In particolare, l’uso di scanner ottici e software di ultima generazione ha elevato la precisione dell’analisi anche sulle tracce più labili o rovinate dal tempo.
  • Nuove potenzialità della genetica forense: sebbene la PCR (Polimerase Chain Reaction) fosse già disponibile all'epoca, oggi l’accesso a database genetici enormi ha reso molto più efficiente il lavoro sul DNA e sulla genetica, favorendo identificazioni rapide e confronti incrociati.
  • Intelligenza artificiale e analisi dei dati: le tecnologie IA vengono oggi utilizzate per mappare la scena, incrociare tabulati telefonici, video e cronologie digitali, oltre a eseguire analisi semantiche sulle testimonianze, aiutando a individuare incongruenze e fornire nuove piste investigative.
Grazie a queste innovazioni, la tecnologia ha permesso di riaprire un caso che sembra rivelarsi ancora irrisolto, superando i limiti investigativi del passato e restituendo fiducia nella possibilità di una verità più solida, anche a molti anni di distanza dal crimine.

Tu cosa ne pensi a riguardo del vero colpevole di questo tremendo delitto? Scrivilo nei commenti.


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sabato 26 luglio 2025

👦Il piccolo CAD e le sue storie TECH...

C'era un bambino dal nome troppo lungo per essere ricordato, Cardillo Attilio Domenico, alias CAD. Era testardo e fiero, un vero ariete, che già da piccolo giocava e a volte litigava con la Tecnologia. Leggi le sue divertenti storie...


Il piccolo CAD nacque a San Severo (FG) nel lontano 1978, proprio lo stesso giorno di Leonardo da Vinci (...ottimo sponsor!), come sua madre Rosa. Per motivi lavorativi del papà Luigi, visse a Milano fino all'età di circa 6 anni, poi rientrarono a San Severo dove tutt'ora risiede.
Prima a Milano e poi a San Severo cresceva e imparava affascinato dalla Tecnologia che talvolta non si piegava al suo volere. Da questa premessa nascono le seguenti divertenti storie.

🛗
1. L'ascensore
Papà Luigi stava portando nella soffitta condominiale della casa di Milano alcune cose che non servivano. Aveva preparato un bel scatolone pesante e chiese al piccolo CAD: "Seguimi ed aiuta papà". Il piccolo CAD entusiasta seguì il suo papà senza sapere cosa avrebbe dovuto fare. Escono dalla porta di casa e sul pianerottolo si avvicinano ad una grande porta di metallo con dei strani bottoni luminosi. Mentre il piccolo CAD era intento a capire cosa fosse e come funzionasse quella strana porta, papà Luigi, provato dal peso che portava, gli chiese: "Chiama l'ascensore". Il piccolo CAD rispose: "Chi è l'ascensore?". Papà Luigi continuò dicendo: "...sta dietro questa porta di metallo. Allora, lo chiami?!?". Allora, a voce impostata e con la sua mannina a cono sulla bocca, il piccolo CAD rispose deciso: "Ascensoreeeeeee!!!". Il papà scoppiò a ridere concludendo: "Bastava premere il bottone illuminato!". Bastava dirlo!

🦸‍♂️
2. Il piccolo CAD voleva volare
Come tutti i bambini, anche il piccolo CAD vedeva i cartoni animati alla TV ed uno dei suoi preferiti era Fantaman: uno scheletro dorato con un mantello nero che volava per salvare il mondo! Ovviamente anche il piccolo CAD voleva volare come il suo eroe e, secondo lui, per fare ciò servivano solo due cose: un rialzo da cui poter spiccare il volo ed il mantello magico. Per il rialzo aveva risolto brillantemente con una cassetta della frutta in plastica posizionata col fondo verso l'alto. Per quanto riguarda il mantello, la cosa era ben più complessa e quindi chiese l'aiuto di mamma Rosa in modo diretto: "Taglia la mia mantellina rossa impermeabile come quella di Fantaman!". Ovviamente la mamma cercò in tutti i modi di dissuaderlo facendogli notare che non avesse senso rovinare la mantellina che usava per andare all'asilo nei giorni di pioggia in quanto non poteva volare! La cosa turbò per qualche secondo il piccolo CAD che rispose: "Dobbiamo provare, fai come ti ho detto, tanto sei brava a cucire!". Povera mamma, costretta a rovinare la mantellina rossa che venne consegnata al piccolo CAD il quale subito la indosso salendo sulla cassetta della frutta per spiccare il primo volo ...ma "inspiegabilmente" nulla avvenne! Dopo alcuni inutili tentativi, l'ira del pelide CAD era ormai scoppiata: "Perché non volo! Sarà colpa del colore rosso e non nero? Magari la mantellina non sarà stata tagliata a dovere!". La storia finisce con mamma Rosa che insegue con la ciabatta in mano il piccolo CAD attorno al tavolo, al di sotto del quale lui trova sempre rifugio.

🚙
3. Le macchinine
Tutti sanno che i maschietti giocano con le macchinine e anche il piccolo CAD ne aveva tante. Fin qui tutto normale. La cosa strana e che ogni macchinina durava al massimo un paio di giorni dall'acquisto perché, a suo dire, "doveva essere smontata per vedere come funzionava dentro". In buona sostanza, il piccolo CAD smontava pezzo per pezzo tutte le macchinine senza strumenti e poi le ricomponeva ...ma a volte avanzavano alcuni pezzi!?! Ovviamente tutte le macchinine, sane e rotte, andavano riposte nella cassetta della frutta di cui sopra altrimenti la fine della storia era la stessa della precedente storia!  

🧱
4. I mattoncini LEGO
Uno dei giochi preferiti del piccolo CAD erano i LEGO. Passava ore ed ore in mezzo a centinaia mattoncini di plastica colorati dai quali venivano assemblati tanti soggetti, tra cui: navicelle spaziali, robot, macchine, case, ecc... Erano davvero funzionali ma esteticamente un po' troppo colorati a seconda della disponibilità dei mattoncini che aveva. Ovviamente tutti i mattoncini colorati andavano riposti nella già nota cassetta della frutta altrimenti la fine della storia si ripeteva come già detto prima!

📸
5. Sempre sul set fotografico
Papà Luigi ottene il trasferimento a Foggia così tutta la famiglia poté felicemente fare rientro a San Severo dove l'unica sorella di mamma Rosa, zia Magda (c.d. Ziamà), non essendo sposata aveva occhi solo per il suo unico nipote: il piccolo CAD! La cosa era certamente gradita ma aveva le sue controindicazioni. Ad es. Ziamà, ogni weekend estivo, vestiva il piccolo CAD da vero lord (vedi grafica del post) per essere immortalato in tutta la sua bellezza... che nel tempo avrebbe inevitabilmente perso ;( In buona sostanza, il piccolo CAD veniva (de)portato in villa comunale a fare tante foto. I set erano sempre gli stessi: la panchina, i giochi, la fontana con i pesciolini, l'aiula, ecc... Il piccono CAD armatosi di tanta pazienza (già poca all'epoca dei fatti) doveva posizionarsi in fronte al sole, per ovvie esigenze d'illuminazione, e doveva tenere gli occhi ben aperti. Se l'espressione non era serena, cosa alquanto difficile in tali condizioni di luce, Ziamà si innervosiva ed era costretta a ripetere lo scatto analogico su pellicola che poi sarebbe stata consegnata al fotografo di fiducia per essere così sviluppata in camera oscura. Storie d'altra Tecnologia.

🍨
6. Il Cucciolone giornaliero
Nonno Attilio vendeva le scarpe a San Severo in un piano terra vicino piazza Castello. Una volta rientrati, il piccolo CAD era l'unico nipote ivi residente e, durante la settimana lavorativa, veniva spesso usato come sponsor sul bancone del punto vendita del nonno. Ovviamente le vendite si impennarono e lo sponsor reclamava dal nonno il suo compenso giornaliero: un bel gelato! Nelle immediate vicinanze del punto vendita c'era (ed è li ancora oggi) un bar dove giornalmente entravano nonno Attilio ed il piccolo CAD. Il titolare del bar chiedeva al nonno: "Attilio, che gelato prendiamo al bambino?" e lui rispondeva sempre: "Non il ghiacciolo che è troppo freddo! Prendiamo un bel Cucciolone così cresce sano e forte con i suoi biscotti!". Per chi non lo sapesse, il Cucciolone, prima distribuito dall'azienda Eldorado poi assorbita dall'Algida, è un gelato triplo gusto (panna, cacao magro e zabaione) racchiuso tra due biscotti al malto con sopra disegnate delle vignette umoristiche! Un vero affare per chi oggi lo trovasse in offerta in confezione da 6 pezzi a soli 3,99 €! Quando lo mangiate consiglio di iniziare a morderlo sempre dal gusto panna (colore bianco) per poi passare al cacao e quindi concludere con il fantastico gusto dello zabaione.

🎁
7. Il regalo di compleanno
Il piccolo CAD frequentava le scuole elementari all'istituto De Amicis di San Severo e, verso gli ultimi anni, fece una bella festa per il suo compleanno invitando ovviamente gli amici di classe e quelli del condominio. All'accoglienza mamma Rosa supervisionava l'ingresso degli invitati temendo le scarse doti relazionali del piccolo CAD. Infatti, appena varcata la porta di un invitato, il piccolo CAD allungava le sue braccia non tanto per salutare ma per ricevere il "dovuto" regalo! Uno dei bambini fece l'errore di non portare nulla ed il piccolo CAD, con il suo savoir-faire, gli disse con tono perentorio: "...e tu perché non hai portato il regalo?!?". Ovviamente mamma Rosa lo riprese dicendo: "No Attilio, l'amico è venuto a farti gli auguri ed il regalo l'ha dimenticato a casa"  togliendo tutti dall'imbarazzo. La cosa non convinse più di tanto il piccolo CAD che lasciò scorrere il fatto nella sua infinita bontà! Aperti con ansia i regali, mentre tutti gli altri festeggiavano, il piccolo CAD scopre di aver ricevuto il suo oggetto del desiderio: un Walkman per MC! Per chi non lo sapesse, il Walkman era un dispositivo di riproduzione musicale compatibile con le musicassette (MC) a nastro analogico che se fuoriusciva bisognava riavvolgerlo girando la bobina con una penna!!! Storie di altra Tecnologia ...ma la storia non finisce qui! Il piccolo CAD, in estasi per il suo nuovo Walkman pieno di levette e bottoni, inizia ad azionarle tutte in modo frenetico ...fino a renderlo inutilizzabile! Realizzato il danno, il piccolo CAD scoppia in un profondo pianto isterico che nessuno sembrava placare. Dopo alcuni minuti interviene con calma papà Luigi interrompendo il pianto alla seguente domanda: "Perché piangi?" a cui segue la piagnucolante risposta "Si è rotto il Walkman!". Al che papà Luigi incalza: "Non si è rotto! Tu l'hai rotto perché l'hai usato senza conoscere il suo funzionamento. La prossima volta leggi prima il manuale delle istruzioni!". Ascoltato ciò il piccolo CAD capì l'errore ed il pianto finì all'istante. Morale della storia: prima di usare qualsiasi cosa consultare il relativo manuale di uso e manutenzione.

💨
8. Nonno Giovanni compresso
Durante il periodo estivo il piccolo CAD si recava in villeggiatura con la sua famiglia estesa: papà Luigi, mamma Rosa, Ziamà e nonno Giovanni, quest'ultimo purtroppo aveva già perso l'uso delle gambe. Ovviamente il piccolo CAD giocava col nonno materno, molto pacato e religioso, il quale passava tutto il giorno pregando su Radio Maria. Il caldo era davvero tanto ed il nonno lo soffriva di più degli altri quindi il piccolo CAD pensò bene di attuare una ventilazione forzata introducendo nella manica della camicia corta del nonno il tubicino del compressore a spinta muscolare utile per gonfiare ciambelle, canotti ...ed eventuali nonni! Nonno Giovanni, dopo alcuni minuti, pacatamente iniziava ad allertare la figlia dicendo: "Rosè, vì a vdè u crìatur..." (trad. "Rosetta, vieni a vedere il bambino...") e mamma Rosa arrivava per constatare la situazione chiedendo al piccolo CAD: "Cosa stai facendo?", il quale rispose: "Il nonno aveva caldo e lo sto rinfrescando!". Morale della storia: ogni dispositivo va usato in modo corretto secondo quanto riportato nel suo manuale tecnico.

🚘
9. Piccolo CAD al volante
Al termine delle vacanze estive il piccolo CAD assisteva al "caricamento" dell'autovettura di famiglia (Fiat Brava 1370 cm³ 12V benzina 80 CV colore black-ink) da parte di papà Luigi & Co. Ovviamente il piccolo CAD non partecipava in modo attivo insieme a nonno Giovani che non poteva deambulare e quindi era già posizionato nella seduta frontale destra. Il piccolo CAD non poteva frenare il suo desiderio di sedere al volante in tutta sicurezza tanto l'autovettura era spenta e senza chiavi d'accensione. Una volta seduto, provava a simulare la guida simulando suoni con la bocca, girando il volante ed azionando i tre pedali stirando le due gambe. Ad un certo punto, il suo piedino andò erroneamente a sollevare il pedale dell'acceleratore che andò giù a piombo! Ovviamente il piccolo CAD spaventato non disse nulla tornandosi a sedere sui sedili posteriori. Una volta caricata l'autovettura tutti presero le rispettive posizioni ma papà Luigi subito notò il pedale dell'acceleratore "a terra" il che rendeva impossibile l'avanzamento del veicolo. Papà Luigi chiese al piccolo CAD: "Cosa è successo? Tu non ne sai nulla?" il quale subito si difese negando qualsiasi responsabilità ed indicando come possibile colpevole il povero nonno Giovanni ...che da tempo aveva perso l'uso delle gambe! Dopo una sonora sgridata chiamarono il meccanico più vicino che, aprendo il cofano motore, agganciò in pochi secondi la leva dell'acceleratore. Morale della storia: se devi trovare un alibi, trovalo credibile!

Credo che leggendo le suddette storie chiunque abbia capitò perché il piccolo CAD avrebbe frequentato prima il Liceo Scientifico, poi il Politecnico di Bari per laurearsi in Ingegneria Meccanica con specializzazione in Impiantistica Industriale (diventando così ingCAD) per poi abilitarsi nella disciplina di Tecnologia che ad oggi insegna con molta soddisfazione.

Quale tra queste nove storie ti è piaciuta di più? Scrivilo nei commenti!


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martedì 22 luglio 2025

🧑‍💻Tecnologia alle Medie: non è più Ed. Tecnica!

Ricordate le ore di Educazione Tecnica (ex A-33), tra squadrette, compassi e qualche semplice lavoretto? Quella materia, per come era concepita un tempo, oggi non esiste più! Al suo posto, nei piani di studio della scuola secondaria di primo grado, troviamo Tecnologia (A060), una disciplina profondamente rinnovata, cruciale per formare i cittadini di domani e orientarli in un mondo sempre più complesso e interconnesso. Ma qual'è la sua reale importanza, in cosa si differenzia dalla sua antenata e chi sono i professionisti più indicati per insegnarla?

Dall'esecuzione al "saper fare" consapevole: l'evoluzione della disciplina.

La differenza fondamentale tra la vecchia Educazione Tecnica e l'odierna Tecnologia risiede nell'approccio e negli obiettivi formativi.

Educazione Tecnica (ex A-33, 3h/sett.): il focus sul "come si fa"

Il programma di Educazione Tecnica, in vigore fino agli anni '90, era prevalentemente incentrato sull'acquisizione di abilità manuali e sulla conoscenza di processi produttivi consolidati. Le lezioni erano spesso focalizzate su:

  • Disegno tecnico tradizionale: l'uso di strumenti come righe, squadre e compassi per la rappresentazione di oggetti.

  • Lavorazioni pratiche: la realizzazione di piccoli manufatti, spesso seguendo istruzioni precise, con l'obiettivo di sviluppare la manualità.

  • Conoscenza dei materiali e dei settori produttivi: una panoramica sui principali settori dell'industria e dell'artigianato.

L'enfasi era posta sull'esecuzione corretta di compiti predefiniti, con un approccio più settoriale e meno interconnesso con le altre discipline.

Tecnologia (A060, 2h/sett.): il "perché si fa" al centro di tutto

La disciplina A060 sposta l'attenzione dal semplice "saper fare" al "saper agire" in modo critico e consapevole. L'obiettivo non è più solo la realizzazione di un prodotto, ma la comprensione dell'intero processo che porta dalla nascita di un bisogno alla sua soluzione. I pilastri della nuova Tecnologia includono:

  • Problem solving e pensiero progettuale: gli studenti sono stimolati a identificare problemi, ipotizzare soluzioni, progettarle, realizzarle e valutarne l'efficacia.

  • Sostenibilità ambientale ed energetica: una forte enfasi è posta sull'impatto delle tecnologie sull'ambiente, sul risparmio energetico e sull'uso di risorse rinnovabili.

  • Coding: si introducono i fondamenti del pensiero computazionale, un'abilità trasversale indispensabile nella società digitale.

  • Disegno tecnico e modellazione 3D (CAD): il disegno non è più solo un esercizio di stile, ma uno strumento per la progettazione e la prototipazione, anche digitale.

  • Educazione alla cittadinanza digitale: si promuove un uso consapevole e critico dei media digitali e di Internet.

In sintesi, la Tecnologia odierna è una materia interdisciplinare che connette il sapere scientifico con le applicazioni pratiche, educando alla progettualità, all'innovazione e alla sostenibilità.

Esempio di programmazione didattica triennale soggetta a variazioni a seconda delle necessità del caso. Ad es., per le classi seconde, si possono invertire gli argomenti tra il primo ed il secondo quadrimestre mentre, per le classi terze, spesso si deve sacrificare "MECCANICA e TRASPORTI" oppure "ELETTRICITÀ" a favore delle "COMUNICAZIONI". Analoghe sostituzioni vanno fatte per introdurre più attività di "INFORMATICA e CODING".


Chi può insegnare Tecnologia? I requisiti di accesso alla classe di concorso A060.

Data la complessità e la vastità dei temi trattati, l'insegnamento della Tecnologia (A060) è accessibile a laureati provenienti da percorsi di studio specifici. Il Ministero dell'Istruzione e del Merito (MIM) indica una varietà di lauree magistrali (o del vecchio ordinamento) che danno accesso alla classe di concorso. Tra queste, spiccano in modo preponderante le lauree in:

  • INGEGNERIA (tutti gli indirizzi): Civile, Meccanica, Elettronica, Gestionale, Informatica, Ambientale, ecc...

  • ARCHITETTURA e Ingegneria Edile-Architettura

  • Design

  • Pianificazione Territoriale Urbanistica e Ambientale

  • Scienze e Tecnologie Agrarie, Forestali e Alimentari

  • Scienze Chimiche e dei Materiali

  • ecc...


Ingegneri e Architetti in cattedra: due approcci complementari per un'unica missione

La presenza massiccia di lauree in Ingegneria e Architettura tra i titoli di accesso non è casuale! Entrambe le figure professionali possiedono, nel loro DNA formativo, le competenze chiave per un insegnamento efficace della Tecnologia, seppur con sfumature e approcci didattici che possono rivelarsi complementari e di grande ricchezza per gli studenti.

L'approccio dell'Ingegnere: funzionalità, efficienza e metodo

Un docente con una formazione ingegneristica tende naturalmente a privilegiare un approccio metodico e analitico. Le sue lezioni potrebbero essere caratterizzate da:

  • Forte orientamento al problem solving: scomporre un problema complesso nelle sue parti fondamentali per trovare la soluzione più efficiente.

  • Enfasi sull'analisi strutturale e funzionale: comprendere come funzionano gli oggetti, dai meccanismi più semplici ai sistemi complessi.

  • Sperimentazione e misurazione: un approccio laboratoriale basato sulla raccolta di dati, sull'analisi dei risultati e sulla validazione di ipotesi.

  • Ottimizzazione dei processi: in un progetto, l'ingegnere guiderà gli studenti a considerare i vincoli (di tempo, materiali, budget) e a ottimizzare le risorse.

L'ingegnere in cattedra è un eccellente formatore del pensiero logico-deduttivo, fondamentale per affrontare le sfide in ambito STEM (Science, Technology, Engineering, and Mathematics).

L'approccio dell'Architetto: creatività, visione d'insieme e centralità dell'uomo

L'architetto, per sua natura, porta in aula una sensibilità diversa, più orientata alla sintesi creativa e alla dimensione umana della tecnologia. Il suo contributo si manifesta attraverso:

  • Progettazione human-centered: porre al centro del progetto i bisogni, i desideri e il benessere delle persone. Ad esempio, nel progettare un oggetto, si darà grande importanza all'ergonomia e all'usabilità.

  • Visione sistemica e territoriale: la capacità di connettere il singolo progetto (un edificio, un oggetto) a un contesto più ampio (la città, il paesaggio, la società). Questo approccio è fondamentale per trattare temi come la sostenibilità urbana e l'impatto ambientale.

  • Sintesi tra estetica e funzionalità: educare gli studenti a comprendere che un oggetto tecnologico non deve essere solo utile, ma anche "bello", ovvero formalmente coerente e piacevole da usare.

  • Creatività e pensiero laterale: stimolare la ricerca di soluzioni innovative e non convenzionali ai problemi.

L'architetto è quindi un catalizzatore di creatività, capace di insegnare agli studenti a guardare oltre la mera funzionalità tecnica e a considerare l'impatto sociale e culturale delle loro scelte progettuali.

In conclusione, la disciplina Tecnologia (A060) rappresenta un asse portante della formazione nella scuola media, un ponte essenziale tra il sapere teorico e le competenze pratiche necessarie per il XXI secolo. La compresenza di docenti con background diversi, come ingegneri e architetti, non può che arricchire l'offerta formativa, offrendo agli studenti una visione plurale e completa del mondo tecnologico: un mondo fatto di analisi rigorosa e di sintesi creativa, di efficienza e di attenzione all'uomo.


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lunedì 21 luglio 2025

📌TECHMAPS: appunti di TECH con le Mappe

Leggi anche 📌TECHMAPS: tutte le mappe di Tecnologia.

Capita spesso in classe di Tecnologia che il prof. spieghi, mostri video e immagini affascinanti, ma... non detti neanche una parola? Al suo posto, vi fornisce una mappa concettuale, piena di riquadri e frecce. Come usarle al meglio?


Questo metodo, in realtà, è un superpotere per il vostro cervello. Invece di trascrivere passivamente, imparate a capire e collegare le idee! La mappa è la vostra guida segreta.

Ma come si fa a prendere appunti in questo modo? Ecco 5 fasi ossia consigli pratici per diventare dei maghi degli appunti su mappa!


1. Prepara il terreno (a casa)

Appena assegnata sul Registro Elettronico la mappa per la lezione successiva, non aspettare: scaricala dalla relativa pagina tematica del mio website, da questa cartella condivisa oppure tutte in un unico file PDF. Una volta scaricata la mappa, prenditi qualche minuto per copiarla su una facciata del tuo quadernone a quadretti da 5mm:

  • Leggi il titolo (centrale): di cosa si parlerà nella prossima lezione?

  • Guarda i riquadri principali: quali sono i concetti chiave e le parole più importanti?

  • Prepara i tuoi strumenti: tieni a portata di mano almeno due penne di colore diverso e un evidenziatore. Ti saranno utilissimi.

Facendo così, il tuo cervello sarà già "sintonizzato" sull'argomento.


2. Ascolta come un Detective 🕵️

Il tuo obiettivo non è scrivere tutto, ma catturare gli indizi più importanti. Mentre il docente parla, aguzza le orecchie per cogliere:

  • Parole Chiave: se le ripete spesso probabilmente sono importanti!

  • Definizioni: frasi come "cioè...", "significa che...", "è un..." sono segnali d'oro.

  • Esempi: "Per esempio...", "Immaginate di...". Gli esempi ti aiutano a capire meglio e a ricordare.

  • Elenchi: "Le tre proprietà principali sono...", "Esistono due tipi di...".

Non devi necessariamente scrivere frasi intere. Usa parole singole, sigle, simboli. Sii veloce e sintetico!


3. Usa la Mappa come una Bussola 🧭

La mappa non è un foglio bianco, è la tua guida. Mentre il prof. spiega:

  • Individua il punto: segui il riquadro o freccia di cui si sta parlando in quel momento.

  • Aggiungi le tue "pepite": scrivi le parole chiave, le brevi definizioni o gli esempi che hai catturato proprio vicino al concetto a cui si riferiscono oppure metti un riferimento numerico ed appunta nella facciata adiacente alla mappa.

  • Arricchisci le frecce: Le frecce indicano una relazione (causa-effetto, successione, appartenenza). Puoi aggiungere una parolina sopra la freccia per chiarire il collegamento (es: "provoca", "è composto da", "serve per").


4. Colora, Disegna, Personalizza! 🎨

Questa è la parte più creativa. Rendere la mappa tua la fisserà meglio nella tua memoria.

  • Usa i colori: assegna un colore a un tipo di informazione. Ad esempio: definizioni in rosso, esempi in blu, parole chiave evidenziate in giallo.

  • Aggiungi mini-disegni: vicino alla parola "ingranaggio", disegna due ruote dentate. Vicino a "circuito", una piccola lampadina che si accende. Non devono essere opere d'arte, ma simboli che per te hanno un significato.

  • Usa l'evidenziatore: passalo solo sulle 2-3 parole più importanti di tutto l'argomento. Quelle che devi assolutamente ricordare.


5. Completa l'Opera (a casa)

Il lavoro non finisce al suono della campanella! A casa, o nei 5 minuti successivi, riprendi in mano la tua mappa:

  • Rileggi tutto: controlla se le parole che hai scritto hanno senso.

  • Completa i buchi: ti sei accorto che manca un collegamento? Aggiungilo ora, con calma.

  • Metti in ordine: se hai scritto qualcosa di fretta, riscrivilo in modo più leggibile.

Questo piccolo sforzo finale fisserà le informazioni nella tua memoria a lungo termine e renderà lo studio a casa molto più semplice e veloce.


In conclusione: non avere paura di sperimentare! All'inizio potrà sembrarti strano, ma con un po' di pratica diventerai bravissimo a creare appunti efficaci, personali e potentissimi per lo studio.

Buon lavoro e... buone mappe!


Spero con questo post di avervi incuriosito a continuare la lettura del mio website didattico che tratta di TECNOLOGIA.




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