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martedì 22 luglio 2025

🧑‍💻Tecnologia alle Medie: non è più Ed. Tecnica!

Ricordate le ore di Educazione Tecnica (ex A-33), tra squadrette, compassi e qualche semplice lavoretto? Quella materia, per come era concepita un tempo, oggi non esiste più! Al suo posto, nei piani di studio della scuola secondaria di primo grado, troviamo Tecnologia (A060), una disciplina profondamente rinnovata, cruciale per formare i cittadini di domani e orientarli in un mondo sempre più complesso e interconnesso. Ma qual'è la sua reale importanza, in cosa si differenzia dalla sua antenata e chi sono i professionisti più indicati per insegnarla?

Dall'esecuzione al "saper fare" consapevole: l'evoluzione della disciplina.

La differenza fondamentale tra la vecchia Educazione Tecnica e l'odierna Tecnologia risiede nell'approccio e negli obiettivi formativi.

Educazione Tecnica (ex A-33, 3h/sett.): il focus sul "come si fa"

Il programma di Educazione Tecnica, in vigore fino agli anni '90, era prevalentemente incentrato sull'acquisizione di abilità manuali e sulla conoscenza di processi produttivi consolidati. Le lezioni erano spesso focalizzate su:

  • Disegno tecnico tradizionale: l'uso di strumenti come righe, squadre e compassi per la rappresentazione di oggetti.

  • Lavorazioni pratiche: la realizzazione di piccoli manufatti, spesso seguendo istruzioni precise, con l'obiettivo di sviluppare la manualità.

  • Conoscenza dei materiali e dei settori produttivi: una panoramica sui principali settori dell'industria e dell'artigianato.

L'enfasi era posta sull'esecuzione corretta di compiti predefiniti, con un approccio più settoriale e meno interconnesso con le altre discipline.

Tecnologia (A060, 2h/sett.): il "perché si fa" al centro di tutto

La disciplina A060 sposta l'attenzione dal semplice "saper fare" al "saper agire" in modo critico e consapevole. L'obiettivo non è più solo la realizzazione di un prodotto, ma la comprensione dell'intero processo che porta dalla nascita di un bisogno alla sua soluzione. I pilastri della nuova Tecnologia includono:

  • Problem solving e pensiero progettuale: gli studenti sono stimolati a identificare problemi, ipotizzare soluzioni, progettarle, realizzarle e valutarne l'efficacia.

  • Sostenibilità ambientale ed energetica: una forte enfasi è posta sull'impatto delle tecnologie sull'ambiente, sul risparmio energetico e sull'uso di risorse rinnovabili.

  • Coding: si introducono i fondamenti del pensiero computazionale, un'abilità trasversale indispensabile nella società digitale.

  • Disegno tecnico e modellazione 3D (CAD): il disegno non è più solo un esercizio di stile, ma uno strumento per la progettazione e la prototipazione, anche digitale.

  • Educazione alla cittadinanza digitale: si promuove un uso consapevole e critico dei media digitali e di Internet.

In sintesi, la Tecnologia odierna è una materia interdisciplinare che connette il sapere scientifico con le applicazioni pratiche, educando alla progettualità, all'innovazione e alla sostenibilità.

Esempio di programmazione didattica triennale soggetta a variazioni a seconda delle necessità del caso. Ad es., per le classi seconde, si possono invertire gli argomenti tra il primo ed il secondo quadrimestre mentre, per le classi terze, spesso si deve sacrificare "MECCANICA e TRASPORTI" oppure "ELETTRICITÀ" a favore delle "COMUNICAZIONI". Analoghe sostituzioni vanno fatte per introdurre più attività di "INFORMATICA e CODING".


Chi può insegnare Tecnologia? I requisiti di accesso alla classe di concorso A060.

Data la complessità e la vastità dei temi trattati, l'insegnamento della Tecnologia (A060) è accessibile a laureati provenienti da percorsi di studio specifici. Il Ministero dell'Istruzione e del Merito (MIM) indica una varietà di lauree magistrali (o del vecchio ordinamento) che danno accesso alla classe di concorso. Tra queste, spiccano in modo preponderante le lauree in:

  • INGEGNERIA (tutti gli indirizzi): Civile, Meccanica, Elettronica, Gestionale, Informatica, Ambientale, ecc...

  • ARCHITETTURA e Ingegneria Edile-Architettura

  • Design

  • Pianificazione Territoriale Urbanistica e Ambientale

  • Scienze e Tecnologie Agrarie, Forestali e Alimentari

  • Scienze Chimiche e dei Materiali

  • ecc...


Ingegneri e Architetti in cattedra: due approcci complementari per un'unica missione

La presenza massiccia di lauree in Ingegneria e Architettura tra i titoli di accesso non è casuale! Entrambe le figure professionali possiedono, nel loro DNA formativo, le competenze chiave per un insegnamento efficace della Tecnologia, seppur con sfumature e approcci didattici che possono rivelarsi complementari e di grande ricchezza per gli studenti.

L'approccio dell'Ingegnere: funzionalità, efficienza e metodo

Un docente con una formazione ingegneristica tende naturalmente a privilegiare un approccio metodico e analitico. Le sue lezioni potrebbero essere caratterizzate da:

  • Forte orientamento al problem solving: scomporre un problema complesso nelle sue parti fondamentali per trovare la soluzione più efficiente.

  • Enfasi sull'analisi strutturale e funzionale: comprendere come funzionano gli oggetti, dai meccanismi più semplici ai sistemi complessi.

  • Sperimentazione e misurazione: un approccio laboratoriale basato sulla raccolta di dati, sull'analisi dei risultati e sulla validazione di ipotesi.

  • Ottimizzazione dei processi: in un progetto, l'ingegnere guiderà gli studenti a considerare i vincoli (di tempo, materiali, budget) e a ottimizzare le risorse.

L'ingegnere in cattedra è un eccellente formatore del pensiero logico-deduttivo, fondamentale per affrontare le sfide in ambito STEM (Science, Technology, Engineering, and Mathematics).

L'approccio dell'Architetto: creatività, visione d'insieme e centralità dell'uomo

L'architetto, per sua natura, porta in aula una sensibilità diversa, più orientata alla sintesi creativa e alla dimensione umana della tecnologia. Il suo contributo si manifesta attraverso:

  • Progettazione human-centered: porre al centro del progetto i bisogni, i desideri e il benessere delle persone. Ad esempio, nel progettare un oggetto, si darà grande importanza all'ergonomia e all'usabilità.

  • Visione sistemica e territoriale: la capacità di connettere il singolo progetto (un edificio, un oggetto) a un contesto più ampio (la città, il paesaggio, la società). Questo approccio è fondamentale per trattare temi come la sostenibilità urbana e l'impatto ambientale.

  • Sintesi tra estetica e funzionalità: educare gli studenti a comprendere che un oggetto tecnologico non deve essere solo utile, ma anche "bello", ovvero formalmente coerente e piacevole da usare.

  • Creatività e pensiero laterale: stimolare la ricerca di soluzioni innovative e non convenzionali ai problemi.

L'architetto è quindi un catalizzatore di creatività, capace di insegnare agli studenti a guardare oltre la mera funzionalità tecnica e a considerare l'impatto sociale e culturale delle loro scelte progettuali.

In conclusione, la disciplina Tecnologia (A060) rappresenta un asse portante della formazione nella scuola media, un ponte essenziale tra il sapere teorico e le competenze pratiche necessarie per il XXI secolo. La compresenza di docenti con background diversi, come ingegneri e architetti, non può che arricchire l'offerta formativa, offrendo agli studenti una visione plurale e completa del mondo tecnologico: un mondo fatto di analisi rigorosa e di sintesi creativa, di efficienza e di attenzione all'uomo.


Spero con questo post di avervi incuriosito a continuare la lettura della mia pagina dedicata alla TECNOLOGIA.





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1 commento:

  1. In pochi sanno che la mia prof. di Ed. Tecnica alle scuole medie fu Giuliana Di Cretico, madre di Andrea Pazienza, famoso fumettista, disegnatore e pittore di San Severo (FG), ritenuto uno degli artisti più rappresentativi e innovativi nel campo del fumetto italiano.

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